Genova – Come viaggia il caffè Lavazza dalle piantagioni fino ai bar italiani? Ne ha parlato Alessandro Savona, responsabile commerciale del gruppo Finsea, in un colloquio su LinkedIn con Matteo Bianchi, coffee trader di Lavazza.
“Il trasporto dal Vietnam viene gestito con container da 20 piedi che possono contenere circa 320 sacchi da 60 chili l’uno o fino a circa 21 tonnellate in caso di “bulk”. Un piccolo feeder li accompagna fino al porto di Singapore, dove vengono trasbordati, spostati, su una nave più grande impiegata sul traffico Far East-Europa. Come per il cacao, anche i chicchi di caffè vengono caricati seguendo gli standard di ciascuna azienda importatrice, che detta le proprie regole per limitarne al massimo il danneggiamento da umidità. Anche in questo caso, la tecnica privilegiata è quella dei craft paper, fardaggi di carta che ricoprono le pareti del container, cui possono aggiungersi dei dry bags, piccoli sacchetti che assorbono le condense”.
E ancora: “Dal porto di Ho Chi Minh a Genova il viaggio dei sacchi di caffè in mare dura circa 26 giorni, ad attenderli sulle banchine sotto la Lanterna ci sono i doganalisti di SAT, la nostra casa di spedizione, che prepara tutti i documenti necessari al transito della merce in regime di T1, che permette lo spostamento delle merci da un punto all’altro della Comunità europea senza riscossione immediata dei diritti doganali. Sbrigate tutte le pratiche, i container partono a bordo dei nostri camion alla volta dei magazzini doganali in Liguria e Piemonte dove il caffè verrà poi nazionalizzato”.
“Qui vengono prelevati i campioni per le prime analisi sul prodotto, a partire da quella fisica organolettica per finire con quelle chimiche dove ci si assicura che la merce segua i parametri di legge. Oltre a queste verifiche, Lavazza, manda anche un campione rappresentativo all’autorità sanitaria italiana per le analisi conformi al Dpr 470 che disciplina igienicamente la produzione e il commercio del caffè e dei suoi derivati”.
Passati i test, i chicchi di caffè continuano il loro viaggio verso gli stabilimenti piemontesi Lavazza di Settimo Torinese e Gattinara. Qui avviene la trasformazione in prodotto finito; il caffè viene miscelato crudo, tostato e impacchettato in diversi formati: macinato, in capsule o in grani. Esiste inoltre un terzo stabilimento specializzato solo nella decaffeinazione del caffè che si trova in provincia di Isernia.
Un particolare: “In Vietnam si produce anche Arabica ma la coltivazione di questa specie è solo un trentesimo (circa un milione di sacchi) rispetto a quella della Robusta. Le piantagioni di caffè si trovano principalmente nel centro-Sud del Paese, e la raccolta avviene grossomodo tra ottobre e gennaio. Il traffico in importazione si sviluppa nel corso dell’anno in maniera abbastanza omogenea, con un picco a gennaio e un rallentamento a dicembre”.
Fonte: Il secolo XIX La Stampa
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