La perdita per un paese è il guadagno di un altro.
Il 1° di Febbraio la giunta militare del Myanmar ha preso possesso del paese con un golpe causando onde d’urto in tutta la regione. Il fatto ha danneggiato i progressi del Myanmar e delle sue riforme economiche iniziate nel 2011, data in cui si erano tenute le prime elezioni parlamentari del paese. Gli ultimi reportage dei media affermano che il golpe militare birmano ha costretto gli investitori a ripensare i loro investimenti nel paese e una gran parte degli investimenti stranieri potrebbe essere diretto in Vietnam e in Cambogia.
Spostando il focus sul Vietnam, le probabilità che questo accada è data soprattutto dal fatto che le imprese preferiscono ambienti politicamente stabili e situazioni di libero scambio guidate dal mercato. Il Vietnam si trova in prima linea per questi fattori, avendo registrato un alta crescita, avendo firmato accordi di libero scambio e avendo liberalizzato la sua economia. In ogni caso, questo trend si sta protraendo da una decina di anni durante i quali il Vietnam ha registrato un aumento degli investimenti diretti esteri (IDE).
Forte crescita registrata fino al golpe
In generale il Sudest asiatico ha registrato una forte crescita. Nello specifico, la subregione composta da Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam (CLMV) ha registrato una crescita del prodotto interno lordo di circa il 6%, più alta degli altri paesi del Sudest asiatico mentre gli IDE in entrata nella regione sono cresciuti del 6.3% nel 2019.
Gli investitori stranieri sono obbligati a riconsiderare gli investimenti
Il Myanmar rischia anche sanzioni dalle nazioni occidentali che potrebbero ulteriormente spaventare gli investitori. Al momento le sanzioni sono state imposte ai militari. Qualsiasi ulteriore violenza potrebbe deteriorare maggiormente la situazione e non è ciò che si auspicano gli investitori.
Il Vietnam rimane un importante candidato nel medio e lungo periodo per quanto riguarda gli investimenti delle multinazionali dato che ha già beneficiato delle aziende che volevano spostarsi o diversificare le operazioni dal mercato cinese.
Fattori che supportano il flusso di IDE dal Myanmar al Vietnam
Governance: uno dei principali motivi per lo spostamenti degli investitori in Vietnam è la forte governance del paese. Il Vietnam ha un governo relativamente stabile che sta costruendo una direzione strategica per il paese e che è in grado di prendere decisioni riguardanti tutti i principali problemi di policy. Inoltre, il paese non ha avuto nessun golpe e continua ad avere un’economia orientata al mercato.
Prossimità con la Cina: la vicinanza del Vietnam alla Cina può ulteriormente aiutare il paese a diventare una base manifatturiera mentre può essere considerato anche una possibile destinazione nella strategia “China plus one”.
Rete dei trasporti: la vicinanza del Vietnam alle princiapli rotte marittime regionali e la sua posizione in Asia consentono ai produttori che entrano in Vietnam di concentrarsi sulle esportazioni. Il paese ha una costa lunga circa 3.200 km con 114 porti marittimi. I tre più grandi porti marittimi del Vietnam sono a Hai Phong (Nord), Da Nang (Centro) e Saigon (Sud).
Accordi di libero scambio: negli ultimi anni il Vietnam ha attivamente firmato accordi bilaterali di libero scambio con diversi paesi in tutto il mondo.
Inoltre, l’appartenere all'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) lo rende anche parte di diversi accordi di libero scambio firmati dal blocco regionale ASEAN, allo stesso tempo l'EVFTA e l'UKVFTA recentemente firmati consentono al Vietnam di espandersi come base di esportazione.
Afflussi di PIL e IDE: negli ultimi anni gli afflussi di PIL e IDE in Vietnam sono aumentati rapidamente. Il paese ha registrato uno dei PIL più bassi degli ultimi tempi (2,91%) nel 2020 a causa della pandemia, ma il Vietnam ha avuto comunque un aumento netto superando anche la Cina.
Fonte: Vietnam Briefing
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